I colori per l’affresco

I colori impiegati nell’affresco vengono miscelati semplicemente con acqua in quanto il collante che permetterà l’adesione all’intonaco sarà costituito da un processo di natura chimico.
Quando la pietra minerale viene trasformata in calce, bruciando perde il suo acido carbonico, ma lo recupera gradualmente dall’aria circostante. Quest’acido carbonico, nell’essere riassorbito, serve a fissare i colori usati nell’affresco.
E’ un errore dire che i pigmenti affondano nell’intonaco umido; rimangono in superficie, fissati nel reticolo cristallino del carbonato di calcio che si forma.
E’ ovvio che, perché questo possa avvenire, il colore deve essere steso sull’intonaco prima che questo si asciughi.

 

Vasari – Vite “…E per questo vuole essere continovamente bagnato il muro che si dipinge; e i colori che vi si adoperano, tutte di terre e non di miniere, ed il bianco di trevertino cotto. Vuole ancora una mano destra, risoluta e veloce, ma sopra tutto un giudizio saldo ed intiero; perchè i colori mentre che il muro è molle, mostrano una cosa in un modo, che poi secco non è più quella…”

Come giustamente ci ha ricordato il Vasari, i colori che si possono usare in tutta sicurezza sono solamente le terre, unici pigmenti resistenti all’azione caustica della calce.

Il travertino cotto a cui fa riferimento Vasari se bruciato fornisce la calce più bianca. Questo colore viene chiamato “bianco San Giovanni” e il Cennini ci fornisce la ricetta per la sua preparazione nel cap. LVIII:

Della natura del bianco sangiovanni.

“Bianco è un colore naturale, ma bene è artificiato, el quale si fa per questo modo. Tolli la calcina sfiorata, ben bianca; mettila spolverata in uno mastello per ispazio di dì otto, rimutando ogni dì acqua chiara, e rimescolando ben la calcina e l’acqua, acciò che ne butti fuora ogni grassezza. Poi ne fa panetti piccoli, mettili al sole su per li tetti; e quanto più antichi son questi panetti, tanto più è migliore bianco. Se ‘l vuoi far presto e buono, quando i panetti son secchi triali in sulla tua pria con acqua, e poi ne fa panetti e riseccali; e fa così due volte, e vedrai come sarà perfetto bianco. Questo bianco si tria con acqua e vuole essere bene macinato. E’ buono da lavorare in fresco, cioè in muro, senza tempera; e sanza questo non puoi far niente, come d’incarnazione ed altri mescolamenti degli altri colori che si fa in muro, cioè in fresco; e mai non vuole tempera nessuna.”

La gamma cromatica dell’affresco è quindi abbastanza limitata:

i marroni, i rossi e i gialli – le così dette terre -sono costituiti da ossidi di ferro di vario colore;

I pigmenti utilizzati nell’affresco sono tutti di natura minerale e ciò giustifica la limitatezza della gamma cromatica. Vengono portati sull’intonaco uniti semplicemente ad acqua.

La tecnica ad affresco necessita di  grande esperienza e abilità di esecuzione perché oltre a non consentire correzioni su uno stesso strato di intonaco, non permette all’artista di  vedere immediatamente il reale tono  dei colori stesi. Asciugando l’intonaco infatti si altera progressivamente anche la cromia, alla quale vien meno la forza e la vivacità del colore bagnato; in compenso si raggiunge una luminosità ed una trasparenza che non può essere ottenuta con nessun altra tecnica.

Sempre in questo blog vedi anche
Affresco cap. XIII – Del colorare a fresco-Colori-per-affresco

Colori per affresco del padre Pozzo

Colori comunemente usati per la pittura ad affresco

Bianco

Bianco sangiovanni carbonato di calcio
Bianco di Titanio biossido di titanio
Bianco di Barite solfato di bario

Bruni

Bruno di Marte ossidi di ferro
Terra d’Ombra ossidi di ferro+biossido di manganese+silicati argillosi
Terra d’Ombra bruciata ossidi di ferro+biossido di manganese+silicati argillosi
Terra di Siena Naturale ossidi di ferro+silicati argillosi
Terra di Siena Bruciata ossidi di ferro+silicati argillosi

Gialli

Giallo di Marte ossidi di ferro
Ocre Giallo di varia tonalità silicati argillosi più o meno ricchi di ossido di ferro
Terra di Siena Naturale chiara
Terra di Siena Naturale scura

Verdi

Terra Verde silicati ferrosi
Malachite carbonato basico di rame
Verde Cobalto ossido di zinco e cobalto
Verde Smeraldo ossido di cromo

Azzurri

Lapislazzuli silicato di alluminio contenente zolfo
Azzurrite carbonato basico di rame
Oltremare Naturale chimocamente simile a lapislazzuli
Azzurro di Cobalto ossido di cobalto e alluminio
Azzurro Smalto e Smaltino vetro colorato contenente ossido di cobalto

Rossi

Rosso Inglese ossido di ferro naturale
Rosso di Marte ossido di ferro precipitato
Terra di Pozzuoli terre naturali ocre contenenti ossidi di ferro
Terra di Siena
Terra di Venezia
Corpur Mortum
Arancio di Marte ossido di ferro precipitato
Arancio di Piombo ossido di piombo: “minio”

Nero

Nero d’Avorio ossa calcinate  Carbone+ fosfati+carbonati di calcio
Nero Vite carbone di origine vegetale
Nero di Manganese biossido di manganese

11 commenti

  1. Salve mi chiamo Massimo ; ho notato che conosce bene come si tratta l’affresco e condivido su tutto, tranne un colore arancio di piombo , perché il piombo a contatto con la calce fa annerire i colori. Ma io la scrivo per avere un consiglio da lei :”perché quando preparo la malta (sabbia e calce) dopo che si asciuga si sgretola tutto dal muro ?” Se sa qualcosa mi manda un mail . Grazie .

    • Buongiorno Massimo. La tabella sopra l’ho tratta da qualche antico manuale di pittura di cui mi sfugge ora il nome. E’ vero, annerisce, ma fu usato soprattutto nel medioevo. Per quanto riguarda la malta che crea una ragnatela di crettature dopo essersi asciugata, con conseguente sgretolamento, le cause possono essere diverse. Innanzitutto la qualità del grassello, che spesso viene sottovalutata ma è di grande importanza. Un buon grassello ben stagionato ha anche bisogno di una giusta dose di aggregante, sabbia, in rapporto di uno a due circa. Infine la stesura sul supporto murario che deve essere ben bagnato, per favorire l’aggrappo, e adeguatamente lisciato a fratazzo sempre usando molta acqua. Io stessa ho eseguito lavori di restauro con importanti integrazioni di intonaco e posso assicurare che seguendo queste regole si hanno ottimi risultati di notevole durata. E adesso non resta che esercitarsi molto.
      Spero di essere stata di aiuto. Ciao….

  2. salve devo riprendere un affresco in una chiesa che colori mi cinsigli?a polvere o agrilichi?o qualcosa di nuovo che non conosco ancora?ciaooooo

    • Le norme in fatto di restauro affreschi richiedono l’uso di acquarelli per le piccole lacune e colori in polvere, usati a velatura, per le lacune più estese. Questi materiali sono compatibili con gli originali e allo stesso tempo reversibili. Importante è però capire se quello che lei mi sta indicando è un vero dipinto eseguito ad affresco. Infine non esistono regole che valgono per tutti i lavori. Ogni restauro è un caso a sé. Comunque sconsiglio vivamente gli acrilici, a meno che il dipinto non sia stato eseguito originariamente ad acrilico. Ma in questo caso ovviamente non stiamo parlando di affresco.

  3. Salve mi sto avvicinando all arte dell affresco e innanzitutto complimenti per il sito e la ricchezza di informazioni contenute.ma ho una curiosità gli affreschi ad esempio nella reggia di caserta sono stati realizzati con pigmenti colori in polvere?e oggi giorno per realizzare un affresco è meglio usare acquerelli o pigmenti in polvere?grazie

    • Quando si parla di affresco, di vero affresco, e cioè di pittura realizzata su intonaco fresco, si parla di pigmenti in polvere oggi come in passato e quindi anche quelli di Caserta. Gli acquarelli si usano sugli affreschi talvolta in fase di restauro per il principio della reversibilità. Grazie a te per l’attenzione…ciao

  4. Buonasera, sono una tesista in Architettura e sto studiando un affresco nel tentativo di risalire ai pigmenti impiegati nella sua realizzazione. Oltre ad aver suddiviso il materiale colorante per epoca storica di diffusione, sto cercando quali fossero quelli usati nel Sud Italia tra il 1800 e il 1900. Sa darmi indicazioni? Sto riscontrando molta difficoltà nel reperire questa informazione. La ringrazio anticipatamente

    • Parlando di affresco la tecnica è una sola e non conosce confini temporali o geografici. Tuttavia, la sua esecuzione dipendeva, oltre che dalle tradizioni, in larga parte da scelte personali dell’artista. Nel XIX secolo convivono e si scontrano nostalgici recuperi delle tecniche più tradizionali e sperimentalismo dovuto all’emergere di materiali della civiltà industriale. Ancor oggi però non ci sono studi scientifici che ci permettano di conoscere perlomeno una linea di tendenza dei materiali e procedimenti usati. Interessante sarebbe quindi mettere in correlazione dati desunti da relazioni tecniche di restauro di alcuni dipinti, nello specifico del sud Italia, dove sono state eseguite delle analisi sulla pellicola pittorica. Le lascio anche questi link che potrebbero interessarle

      Fai clic per accedere a Bensi323-334.pdf

      Fai clic per accedere a 1557221462523_10_Bensi.pdf

      https://archive.org/details/enciclopediaarti00erbi/page/12/mode/2up

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